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By Massimo • Maggio 22, 2017 • No Comments

Autore: Dr. Massimo Bertacco, Psicologo Sanitario Colegiado Nº18366

TERAPIA COGNITIVA Y BUDISMO

Che relazione esiste fra la psicoterapia moderna ed il buddismo? Perché la psicoterapia cognitiva adotta molte delle idee presenti nella filosofia buddista? Spero poter rispondere a queste due domande attraverso questo breve post.
Il buddismo è una dottrina religiosa basata sugli insegnamenti di Siddharta, un principe che visse nell’attuale Nepal circa 2500 anni fa. Conosciuto anche come Shakyamuni o “il grande medico”, i suoi insegnamenti hanno come scopo principale aiutare gli esseri umani a gestire e traformare la sofferenza. Allo stesso modo della psicologia cognitiva, Shakyamuni diede molta importanza all’atteggiamento delle persone verso le cose mondane e i problemi della vita. Secondo lui, la sofferenza umana si deve soprattutto all’attaccamento che si ha rispetto alle cose materiali ed immateriali: la salute, i beni, ilmandala_buda lavoro, certe idee, l’ego, il sesso, ecc … Quando si nutre un attaccamento irreale ed esagerato, vale a dire, si prescinde dall’evidenza innegabile che tutti i fenomeni di questo mondo sono transitori e cambianti, allora si diventa vulnerabili a disturbarsi mentalmente e soffrire inutilmente. Ad esempio, quando una persona si ossessiona con “accumulare denaro”, con la “bellezza estetica”, con mantenere “una salute di ferro” o semplicemente con avere una casa “per sempre” o il “lavoro della vita”, questa persona non sta considerando che nel fondo tutto è fugace e che il “per sempre” non esiste: l’unica realtá é che tutto si basa in un “un affitto a tempo determinato”. Quando ci attacchiamo alle cose in modo irrealistico, inevitabilmente cadiamo nel pericolo di ossessionarci perché (1) non accettiamo perdite e (2) finiamo con sentirci spesso minacciati anticipando eventuali perdite. Questa mancanza di accettazione è la causa ultima del nostro dolore emozionale: la depressione, la rabbia, l’ansia, ecc … nella maggioranza dei casi si devono al fatto che non accettiamo la precarietà della vita così com’è.
D’accordo con questa idea buddista, Albert Ellis, probabilmente il primo e piú prolifero psicoterapeuta cognitivo moderno, non si stancava di ripetere attraverso decine di libri venduti in tutto il mondo, che i nostri disturbi emozionali si devono fondamentalmente ad atteggiamenti rigidi rispetto a “falsi bisogni”. Che cosa sono i falsi bisogni? Si tratta di tutti quei bisogni che non sono essenziali per la soppravvivenza. Per esempio se sono profondamente convito che “HO BISOGNO di un lavoro tranquillo e che mi piaccia” é molto probabile che ogni volta che vivo un problema lavorativo o faccio un lavoro che non mi piace, soffra inutilmente. Quando viviamo come necessarie “certe condizioni di vita” (mantenere un certo status, il senso della giustizia, sentirci BENE, ecc …) o il raggiungere certi scopi (un certoellis lavoro, il riconoscimento) diventiamo automaticamente dogmatici ed intolleranti verso noi stessi, gli altri e / o la vita stessa. Nel fondo quando crediamo nei falsi bisogni e incontriamo ostacoli e situazioni avverse, finiamo con il reagire in modo estremo quando nel fondo la situazione non é tanto estrema. Per esempio, se penso che “è necessario trovare l’amore della mia vita”, per stare bene “per sempre e felice”, è molto probabile che soffra inutilmente ogni volta che questa idea o convinzione si scontra con la realtà della mia vita. Imporre condizioni rigide alla vita per essere felici, equivale a delegare il controllo del nostro destino emozionale, e quindi inevitabilmente alla infelicitá cronica. Dello stesso parere era Epicteto, uno dei filosofi stoici piú importanti dell’antica Roma.
Ma perché gli esseri umani soffirebbero in questo modo? La risposta a questa domanda non è facile, ciononostante molti scienziati cognitivi credono che il problema risieda nelle stesse doti creative della mente umana, diciamo in una specie di effetto collaterale. La mente umana può infatti rappresentarsi idee che portano a grandi successi, come la proggettazione di città confortevoli oppure la costruzione di 68397-58864navi spaziali, ma é altrettanto vero che può rappresentarsi cose totalmente irreali e nocive nel momento in cui ci si creda ciecamente. Pensateci! Un gattino o un cavallo non si deprimono o innervosiscono perché pensano che il mondo è ingiusto o perché il loro pelo é di un colore che non gli piace. Generalmente, tutti gli esseri del pianeta tranne l’uomo, incassano i problemi che si danno praticamente in modo istantaneo. L’essere umano non è cosí perché cerca d’imporre le sue condizioni al mondo e poi soffre inutilemente per mesi o adirittura anni semplicemente perché crede di avere ragione e non si rassegna alla realtà dei fatti: l’unica ragione esistente é che il mondo é com´é, no come uno pensa che dovrebbe essere.
Sia la psicoterapia cognitiva che come il buddismo, insegnano alle persone a prendersi le cose in un modo piú flessibile, a relativizzare la gravità delle cose, ad evitare di cadere nella trappola mentale dei “falsi bisogni”. Questa idea la riassume in modo splendido Socrate quando dice che non è felice chi piú ha ma chi ha meno bisogni: “Avendo il minimo dei desideri si è più vicini agli dei “.
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Massimo

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